Foto © Alessandra Bello
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Foto © Luca Casonato

Urban Lake Housing

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Sede
Largo San Giorgio, 33170 Pordenone, Italia
Anno
2010

ANCIENT WISDOM, RATHER COSMIC

So-shu dreamed,

And having dreamed that he was a bird, a bee and a butterfly,

He was uncertain why he should try to feel anything else,

Hence his contentment.

Ezra Pound, 1915

Il progetto di riqualificazione urbana dell’area Ex- Enel di Largo San Giorgio a Pordenone nasce dalla volontà di restituire un parco alla città di Pordenone collegando due aree a quote diverse grazie a un percorso che ricuce insieme il lago, il parco e la piazza della chiesa di San Giorgio.

Il progetto delle residenze e dei servizi alla parrocchia di San Giorgio ribalta il punto di vista e l’attenzione sul tema delle relazioni tra architettura e paesaggio.

Gli edifici si piegano alla giacitura del lago e vengono disegnati da grandi serramenti in legno che portano il verde all’interno delle case o lo riflettono, raddoppiandolo un prima volta, sulle vetrate, per poi specchiarle, ancora, in acqua, lo stesso riflesso.

Gli edifici sono silenziosi protagonisti del fondale che abbiamo disegnato per le due piazze: una minerale, quella di San Giorgio e l’altra liquida, il lago.

Gli eULH, edifici  si radicano in piazza generati dalla stessa pietra piasentina che disegna lo spazio pubblico dove una caditoia centrale, in pietra d’Istria, raccoglie l’acqua e diventa la traccia dove si riavvolge, di giorno, quel cancello metallico che si apre la sera per garantire la sicurezza. La pietra a terra e i volumi in altezza crescono. Accompagnano il primo salto di quota dove c’è la chiusa che un tempo generava elettricità e dove la piazza diventa  percorso.

Verso il lago.

E’ questa una prima compressione che subito si dilata un poco, in corrispondenza degli ingressi delle case e cambia materia.

Diventa legno.

Dopo la sosta sulle panche di pietra davanti agli ingressi delle case, il cammino lascia il bordo del lago, si sporge in acqua, ricuce insieme gli elementi nel ponte sospeso sui pilastri metallici inclinati. Non esiste più un punto preciso in cui acqua e terra si incontrano.

Come nella magia del riflesso, il confine si fa spazio.

E l’acqua suolo.

Lasciato il lago, la strada ritorna città e con la città pietra.

In piazza San Giorgio, si apre il percorso che conduce sull’altro lato del lago. E’ un percorso più discreto, del colore della terra (che abbiamo reso colorando in pasta il levocel) e che ha  deciso di insinuarsi tra i le canne esistenti. Da questa strada è il lago a diventare sfondo filtrato dalla sequenza fitta dei giunchi. Solo a un tratto un varco, un ponte collega le due sponde.

Grandi aperture sul paesaggio del verde e del lago scandiscono le pieghe dei fronti anche su questo lato alternandosi a generose specchiature lignee scorrevoli per l’oscuramento.

Le leggere differenze cromatiche nella colorazione dei fronti giocano con i toni di luce talché sia quasi impossibile dire se il diverso colore non sia invece il risultato dell’ombra di una giacitura differente.

Il fronte nord della piazza ha carattere più aulico, di edificio pubblico. Ospita i servizi della parrocchia (aule e residenze) e un auditorium parzialmente incassato nel terreno.

Gli accessi ai diversi elementi del progetto non sono ‘porte’.

Non vi è un passaggio diretto tra esterno e interno.

Anche in questo caso il confine è dilatato.

Lo spazio pubblico prosegue climatizzato.

Diventa ‘sotoportego’, scale, atrii che mettono in relazione il verde o la piazza con i giardini retrostanti e sono disegnati da pannelli di legno colorati, quasi un invito verso l’auditorium con le sue variazioni delle stesse materie e degli stessi colori.

Poco abbiamo raccontato della sostenibilità ambientale ed energetica del progetto. Riteniamo che nella contemporaneità questi temi debbano essere ormai considerati di default. ULH è pensato come un sistema  urbano che trae la propria energia dal lago, utilizzando un innovativo impianto per il riscaldamento e il raffrescamento dell’aria degli edifici tramite un sistema a pompe di calore che sfrutta la temperatura costante dell’acqua scambiando con essa.

In questo modo il lago si ‘preserva’ nella contemporaneità, diventando il motore dell’energia, della collettività.

Dell’immaginazione.

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